Ingerenze degli Stati Uniti in politica estera

Mappa delle ingerenze degli Stati Uniti

     Stati Uniti d'America

     Azione in colpi di stato e cambi di regime

     Interferenza elettorale

     Annessioni a seguito di azione in cambi di regime e invasione

Le ingerenze degli Stati Uniti in politica estera hanno compreso azioni sia esplicite sia segrete volte a modificare, sostituire o preservare governi stranieri. Gli Stati Uniti hanno eseguito almeno 81 interventi noti, tra espliciti o sotto copertura, in politica internazionale durante il periodo 1946-2000.[1][2] Successivamente alla seconda guerra mondiale, il governo degli Stati Uniti ha organizzato operazioni per favorire cambi di regime, nel contesto della guerra fredda, per contendersi l'influenza e la leadership a livello globale con l'Unione Sovietica.[3]

Operazioni significative comprendono il colpo di Stato iraniano del 1953 (operazione Ajax) orchestrato da Stati Uniti e Regno Unito, l'invasione della baia dei Porci del 1961 contro Cuba, il favoreggiamento del genocidio indonesiano e il sostegno alla "guerra sporca" argentina, oltre all'area tradizionale delle operazioni degli Stati Uniti, quali l'America centrale ed i Caraibi. Inoltre, gli Stati Uniti hanno interferito nelle elezioni nazionali di molti paesi, tra cui il Giappone negli anni '50 e '60 per mantenere al potere il Partito Liberal Democratico di centro-destra utilizzando fondi segreti, nelle Filippine organizzando la campagna per la presidenza di Ramón Magsaysay nel 1953, in Libano per aiutare i partiti cristiani nelle elezioni del 1957 usando finanziamenti segreti[4], in Italia per favorire la Democrazia Cristiana in funzione anticomunista durante le elezioni politiche del 1948.[5]

Verso la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti nel 1945 ratificarono la Carta delle Nazioni Unite,[6][7] la quale vincolava legalmente il governo degli Stati Uniti alle disposizioni della carta, compreso l'articolo 2 (paragrafo 4), che proibisce la minaccia o l'uso della forza nelle relazioni internazionali, tranne in circostanze molto limitate,[8] pertanto qualsiasi rivendicazione legale avanzata per giustificare il cambio di regime da parte di una potenza straniera comporta un onere particolarmente pesante.[9]

  1. ^ Russia Isn't the Only One Meddling in Elections, We Do It, Too, su nytimes.com, 19 febbraio 2018.
  2. ^ Partisan electoral interventions by the great powers: Introducing the PEIG Dataset, su journals.sagepub.com.
  3. ^ Lindsey O'Rourke, The U.S. tried to change other countries’ governments 72 times during the Cold War, su washingtonpost.com, 23 dicembre 2016. URL consultato il 22 marzo 2019.
  4. ^ The long history of the U.S. interfering with elections elsewhere, su washingtonpost.com, 13 ottobre 2016.
  5. ^ (EN) James Woolsey on the Russians' efforts to disrupt elections, su Fox News, 16 febbraio 2018. URL consultato il 13 febbraio 2019.
  6. ^ United Nations Foundation, August 20, 2015, "The American Ratification of the UN Charter," http://unfoundationblog.org/the-american-ratification-of-the-un-charter/ Archiviato il 10 settembre 2016 in Internet Archive.
  7. ^ Mansell, Wade and Openshaw, Karen, International Law: A Critical Introduction, Chapter 5, Hart Publishing, 2014
  8. ^ "All Members shall refrain in their international relations from the threat or use of force against the territorial integrity or political independence of any state." United Nations, "Charter of the United Nations," Article 2(4), Copia archiviata, su un.org. URL consultato il 20 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2017).
  9. ^ Fox, Gregory, "Regime Change," 2013, Oxford Public International Law, Max Planck Encyclopedia of Public International Law, Sections C(12) and G(53)-(55), Archiviato il 4 novembre 2016 in Internet Archive.

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